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Il blog aziendale, tra potenzialità e rischi

Questo approfondimento è utile a chi deve decidere se aprire o meno un blog aziendale. Sì, perché potrebbe essere addirittura controproducente mettere online questo nuovo progetto web se poi non lo si fa nel modo corretto. Non è quindi un articolo dedicato all’argomento generico “blog”, che nasceva per essere di fatto una sorta di diario ed è poi diventato anche un mezzo per guadagnare ad esempio con le affiliazioni. Qui parliamo solo del blog che un’impresa decide di mettere online: il blog aziendale non è un “semplice” blog.

a cosa serve un blog aziendale

Queste indicazioni possono comunque valere anche per eventuali sezioni di approfondimento che l’azienda vuole pubblicare sul sito web o in un sottodominio dedicato, del tipo blog.nomeazienda (.it, .com, .org e via dicendo). A prescindede da blog o sezione, in ogni caso l’esigenza è comunicare e produrre contenuti differenti (content marketing).

A proposito di sottodominio o sito web, spesso mi viene chiesto: “Meglio il blog integrato nel sito web aziendale o in un sottodominio?“. Non esiste una risposta assoluta in questo caso e, come spesso accade in questo settore, l’unica risposta onesta è: dipende.

A cosa serve – davvero – il blog aziendale

Possiamo individuare 4 motivi principali per i quali può essere utile creare e aggiornare con costanza, senza autocelebrarsi costantemente, il blog che diventerà “la voce” online dell’azienda:

  • Brand
  • Inbound marketing e sperabilmente quindi backlinks
  • Popolamento Social con contenuti utili
  • SEO e quindi ottimizzazione del linking interno e presidio long tails.

Brand

Se parli del tuo prodotto o dei tuoi servizi in modo da risolvere problemi e trovare soluzioni alle persone che leggono, stai di fatto fidelizzando gli utenti e mostrando loro di essere autorevole. Autorevolezza e affidabilità sono per altro anche criteri che Google considera nella “valutazione” di un sito web.

Anche per questp (ma non solo) consiglio di “metterci la faccia” creando la scheda dell’autore in modo quasi maniacale.

Un esempio di vita reale.
Quel che accade nella vita reale accade anche online: se in un gruppo di amici sai che c’è un appassionato di trekking, probabilmente per le tue prime uscite in montagna è a lui che chiederai consiglio e di lui ti fiderai più che del tuo migliore amico.

Inbound marketing e backlinks

Il blog aziendale è innanzitutto produzione di contenuti (testo, immagini, video, podcast) utili per gli utenti, originali e attraenti. L’originalità non è solo una questione SEO. Contenuti utili vegono generalmente condivisi e linkati più facilmente, inviati per email o su WhatsApp. Questo, in pochissime parole, è l’ibound marketing.

Un esempio classico: il call center.
Se tu lavorassi in un call center preferiresti chiamare i clienti o essere contattato da loro? Probabilmente la seconda, perché sai perfettamente che in questo caso c’è un interesse reale e potenziale alla tua proposta. Ecco, l’inbound marketing serve a questo, ad attrarre.

Popolamento Social con contenuti utili

Se stai pubblicando sulla pagina Facebook aziendale post costantemente autocelebrativi stai sbagliando fortemente la comunicazione e nel migliore dei casi non avrai reazioni dagli utenti. Se alterni in modo assennato, avvalendoti di un calendario editoriale, contenuti promozionali a contenuti utili che – risolvono problemi – allora sei sicuramente sulla buona strada.

Gli articoli del blog aziendale possono (e dovrebbero) essere condivisi sulla pagina Facebook aziendale: fermo restando la qualità delle immagini e i contenuti c.d. nativi. Ma anche viceversa: i commenti degli utenti possono essere utilizzati per aggiornare o creare contenuti sul blog aziendale da riproporre poi su Facebook ad esempi, come dire: “ti dimostro che ti ho ascoltato”.

SEO e quindi ottimizzazione del linking interno e presidio long tails.

Per l’architettura informativa del blog aziendale va fatta un’analisi a parte e rintracciate le query di ricerca correlate all’argomento. Le pagine del blog possono posizionarsi perfettamente per chiavi di ricerca che interessano i tuoi potenziali clienti e i tuoi clienti. Non si tratta generalmente di chiavi con volumi di ricerca enormi o in alcuni casi anche a zero volume: ma interessano i tuoi clienti.

Oltre a questo gli articoli del blog aiutano fortemente a migliorare il linking interno al sito web, soprattutto se parliamo di e-commerce o comunque di siti editoriali con un grand numero di pagine. Inserire un link a un prodotto o un servizio all’interno di un articolo del blog, contestualizzato e pertinente, ha un valore in ottica SEO non di poco rilievo; in più se quel prodotto o servizio si trova a un livello di navigazione molto profondo aiuteremo a dargli maggiore visibilità anche agli occhi del motore di ricerca (oltre a quelli degli utenti).

Errori da evitare

Possiamo individuare errori differenti a seconda si tratti di realizzazione o aggiornamento del blog aziendale. Potenzialmente si tratta di molti e differenti errori, ma qui ne indico solo alcuni, quelli che ho visto e vedo essere più frequenti.

In fase di realizzazione consiglio vivamente di evitare di:

  • creare categorie e/o sottocategorie uguali o troppo simili a quelle del sito aziendale;
  • creare categorie e/o sottocategorie sulla base di una generica idea “di pancia”;
  • creare un numero indefinito di tag o creare tag uguali o troppo simili alle categorie.

Al momento della pubblicazione degli articoli e dell’aggiornamento consiglio vivamente di evitare di:

  • creare contenuti ridondanti;
  • editare le url per far sembrare il contenuto nuovo agli occhi di Google;
  • barare sulla data di pubblicazione e/o aggiornamento;
  • lasciare per settimane il blog in balìa di sè stesso.

Approfondimenti

In questo articolo ho toaccato diversi argomenti che potresti trovare utile approfondire. Alcuni dei collegamenti che ti suggerisco qui di seguito ti rimandano agli articoli che ho pubblicato sul mio profilo LinkedIn.

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